Il Samaritano 2018 è Adriano Dal Col 

A premiarlo è stato il dott. Pietro Bartolo, medico di Lampedusa da anni in prima linea nei soccorsi ai disperati del mare.

bartolo dal col2018Istituito dall’Avis con cadenza biennale per “dar voce alle buone azioni” che non fanno notizia, il Proemio nazionale Samaritano è un riconoscimento simbolico alla bontà, alle persone che in silenzio, senza clamori, aiutano chi ha bisogno, vicino o lontano.

 

E non poteva che essere una persona che ogni giorno si spende per gli altri, per soccorrere uomini, donne e bambini che rischiano la vita in mare per fuggire da guerre e miseria, a stringere la mano al Samaritano di quest’anno. Un uomo che ad una platea di 350 studenti delle scuole superiori della Riviera del Brenta, riunitisi al Cinema Teatro Italia di Dolo (Ve), ha raccontato il dramma di tanti disperati con immagini di esperienze vissute personalmente. Una testimonianza forte, che va dritta al cuore e non può lasciare indifferenti. Come le storie, pur diverse, dei cinque finalisti saliti sul palco di Dolo, scelti tra le decine e decine di segnalati da tutta Italia. A decretare la cinquina una prima giuria di dirigenti Avis a tutti i livelli e una seconda di studenti di scuola superiore che hanno anche deciso a chi assegnare il proemio finale.

Alla finale odierna è intervenuto con un videomessaggio di saluto anche il presidente nazionale, Gianpietro Briola, mentre era presente in sala in rappresentanza della sede nazionale, il consigliere Domenico Nisticò.

I cinque finalisti

dal col2018Adriano Dal Col, 68 anni, nato a Vazzola (Tv) e residente a Pinerolo (To) è un ingegnere civile idraulico. Iscritto all’Avis di San Mauro Torinese, è stato volontario di Telefono Amico e dell’Avass per l’accoglienza notturna dei senzatetto. Si è molto impegnato per l’istruzione della popolazione povera ed emarginata del Bangladesh, dove ha fondato l’associazione di volontariato Rishilpi Development Project Onlus con otto amici sostenitori italiani. Sono nate scuole per il sostegno allo studio dei bambini di famiglie analfabete, per sordomuti, una scuola materna per i figli di donne impegnate nella produzione artigianale, centri di cura fisioterapica per i bambini disabili e un progetto per l’educazione delle ragazze e per evitare loro il matrimonio precoce. Nel 2005 è stato aperto un panificio per i bisognosi, nel 2010 un nuovo pozzo trivellato, un impianto di potabilizzazione e la relativa rete di distribuzione idrica. Nel 2015 l’Associazione cambia nome in Ashar Gan “Canto di Speranza” Onlus, ampliando il campo di intervento alla cooperazione allo sviluppo locale. Nascono nuovi progetti di istruzione in India. In Italia la cooperazione avviene con il Forum SaD per il sostegno ai terremotati del Centro Italia e con diversi Enti e Comuni del Piemonte per il sostegno economico tramite piattaforma web ai casi di necessità. Dal 2016 è volontario di “Rete Casa del Pinerolese” dell’Associazione “Un riparo per il fratello Onlus”.

Maria Amodeo, 55 anni, di Reggio Calabria. Insegnante di religione cattolica, si impegna da molti anni in iniziative socio-culturali e in progetti umanitari locali, nazionali, internazionali, sia a livello divulgativo e promozionale che a livello economico con raccolte fondi. Con i tre figli e il marito Rodolfo Barbaro condivide un modello di famiglia aperta all’accoglienza e alla condivisione. Ha integrato nel nucleo familiare un’anziana zia, una ragazza ucraina con gravi problemi familiari ed economici e un minore non accompagnato in affido. Ha aiutato, inoltre, diversi bambini con l’adozione a distanza.

Nello Gattoni, 67 anni, di Arquata del Tronto (Ap), vigile urbano in pensione. Sin dalle primissime ore dopo il sisma si è prodigato per aiutare i suoi concittadini, coadiuvando i volontari nell’area di accoglienza allestita nell’emergenza sfollati. Poi, pur costretto a vivere in una stanza d’albergo lungo la costa adriatica, per un anno ha percorso ogni giorno 130 chilometri fino ad Arquata, per aiutare gli ex colleghi, i volontari e la sua città martoriata. Ora abita in una delle Sae realizzate nella frazione di Borgo, e continua ad operare per il suo territorio.

Iacopo Melio, studente universitario a Firenze. Durante il Liceo racconta su un blog storie su tematiche sociali, in difesa dei diritti umani e civili. Nel 2014 idea e promuove la campagna #vorreiprendereiltreno e fonda un’associazione con lo stesso nome per progetti inerenti alla disabilità e all’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali. Grazie a #vorreiprendereiltreno è stato finanziato un anno di pet therapy nei reparti pediatrici dell’Ospedale di Bagno a Ripoli (Fi) ed è stato aperto uno sportello di aiuto psicologico per famiglie, genitori o ragazzi che vivono difficoltà emotive dovute alla propria disabilità o a quella altrui. Oltre ad aver collaborato con Avis Prato per la realizzazione del progetto #PRAMA, che prevede la ristrutturazione di alcuni locali nella palazzina Avis per attività ludico motorie per ragazzi disabili, Jacopo ha scritto per Mondadori “Faccio salti altissimi”, in difesa della libertà di essere se stessi, nel rispetto dell’unicità di ciascuno.

Gli studenti del Liceo Galilei di Dolo (Ve) da oltre un decennio sostengono alcune adozioni a distanza e contribuiscono al sostentamento dell’Istituto Casa Nostra di Dolo. L’idea era nata da una studentessa e, supportata dalla professoressa Paola Tami, è sfociata in una duplice iniziativa di aiuto economico che continua da allora. Una sorta di passaggio del testimone della solidarietà da studente a studente, di generazione in generazione.

Tre menzioni speciali

Mohammad Akbari “Esempio di integrazione, dal male subito al bene profuso”. 22 anni, afgano. Il padre, prima che i Talebani lo facessero saltare insieme ad altri connazionali su un pullman, lo aveva accompagnato in Iran diverse volte, per tentare di sottrarlo alla sua stessa sorte, ma altrettante volte lo avevano scoperto e riportato indietro. Con la sua caparbietà è riuscito ad arrivare in Italia con uno dei tanti barconi, passando dall’Iran alla Turchia, alla Grecia, a soli 14 anni, una gelida notte di gennaio del 2010. Accolto in una comunità per minori e inserito nella scuola pubblica, ha conseguito il diploma. Dai 18 anni è ospite di una famiglia italiana, ed è donatore di sangue Avis.

Giuseppe Nasato, di Paese (Tv) alla memoria “per essere stato fautore di tante piccole cose che lo hanno fatto diventare esempio di generosità nel suo territorio”. Infermiere, in pensione si è impegnato nel sociale, occupandosi degli anziani, eseguendo per dieci anni prelievi per malati e preti allettati, portando i campioni in distretto e consegnando i referti alle famiglie. Collaboratore attivo del Grest e delle sagre di Paese e Sovernigo, era volontario della Protezione civile. Alla sua morte, la famiglia ha donato le cornee.

Gli studenti dell’Istituto superiore Polo 3 “A.Olivetti” di Fano (PU) “per l’impegno nei confronti della promozione alla solidarietà” attraverso la realizzazione del video musicale “Ho bisogno di Te” che interpreta i temi del dono e della solidarietà proposti dall’Avis durante incontri formativi a scuola. Il video, ritenuto di interessante valore educativo, è stato inserito dall’Avis stessa nelle attività di sensibilizzazione.

L’ospite: Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa

62 anni, laureato all’Università di Catania e specializzato in ginecologia, Pietro Bartolo è stato nominato nel 1988 responsabile del gabinetto medico dell’Aeronautica militare a Lampedusa e nel 1991 ufficiale sanitario delle isole Pelagie. Nel 1993 diviene responsabile del presidio sanitario e del poliambulatorio di Lampedusa dell’ASP di Palermo. Dal 1992 si occupa delle prime visite a tutti i migranti che sbarcano a Lampedusa e di coloro che soggiornano nel centro di accoglienza. È stato in prima fila nei soccorsi ai sopravvissuti della strage del 3 ottobre 2013, un peschereccio di migranti prese fuoco davanti all’isola dei Conigli causando 368 vittime.

È autore dei libri “Lacrime di sale. La mia storia quotidiana di medico di Lampedusa fra dolore e speranza” e “Le stelle di Lampedusa. “Lacrime di sale. La storia di Anila e di altri bambini che cercano il loro futuro fra noi”, editi da Mondadori.

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